Terremoto L’Aquila: la “passione” dell’illegalità di un Paese senza più regole

10/04/2009 alle 07:40 | Pubblicato su politica, società | 1 commento
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Oggi solenni funerali. In una giornata simbolica della tradizione cattolica, la passione di Cristo prima di essere crocefisso, l’Italia va tutta al funerale delle vittime del terremoto abruzzese.

Chi più chi meno si porta dentro l’angoscia per non essere riusciti ad evitare o quantomeno limitare i danni della sciagura capitata. Magari con un evacuazione preventiva, magari cercando di sfollare le persone dalle case subito dopo la scossa delle 23.30, che è stata il preludio di quella ben più devastante delle 3.32.  Ma così non è andata.

Il dolore delle vittime, lo strazio della città, le perdite umane devono far riflettere tutti sui costi di questa tragedia. Tutta l’Italia paga il prezzo dell’illegalità per non essere riusciti a garantire il rispetto di norme certe per la costruzione con criteri anti-sismici dei palazzi. Il malaffare, la corruzione e i mancati controlli, sono lo specchio della medaglia dell’incancrenimento della vita pubblica nel nostro Paese.

Quando l’eccezione diventa la norma e quando si consegna un Paese in mano ai furbi e a chi antepone l’interesse personale su quello della comunità, non ci si può vantare che la macchina dei soccorsi abbia funzionato benissimo e che siamo i primi nel mondo nel riuscire a contrastare le emergenze. Perchè il Paese non vive di questo, ma dovrebbe cercare di evitare le emergenze, come accade in tutto il mondo Occidentale.

Ci aspettano anni molto tristi, durante i quali saranno accertate le responsabilità per il crollo dei palazzi “vuoti”, con colonne fatte di sabbia senza ferro, di creta o senza fondamenta – e durante i quali emergeranno in tutta la loro gravità, le evidenze tragiche di chi avrebbe dovuto vigilare e far rispettare le regole. Poi alla fine non pagherà nessuno.

Ci vorranno anni per la ricostruzione e nel frattempo le persone continueranno a sopportare il dolore dell’attesa.

La rabbia dei cittadini abruzzesi è ancora sopita dal dolore, ma presto si accorgeranno di essere stati essi stessi presi in giro per primi.

L’illegalità ha un costo elevatissimo per il nostro Paese e una tragedia di questa portata deve farci aprire gli occhi su quello che concretamente significa “ritorno alla moralità pubblica”.

Il futuro è compromesso perchè in un Paese così nessuno vuol investire, nessuno crede, nessuno ha fiducia.

Se queste vittime devono aprirci gli occhi e farci trovare nuovo slancio per ripartire, allora cerchiamo tutti insieme di lavorare per ritrovare un Paese smarrito più civile e più rispettoso di quelle regole che, sono assolutamente necessarie per ritrovare la forza propulsiva per ricominciare a costruire il nostro futuro.


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