Rainews24 scomparsa dai suoi canali è censura o guasto tecnico?
18/05/2010 alle 10:20 | Pubblicato su cronaca, media, politica | 3 commentiTag: rainews24 censurata, rainews24 digitale terrestre, rainews24 non si vede più, rainews24 oscurata sul digitale
Da questa notte “Rainews24 non si vede più”. Il passaggio al digitale terrestre della Lombardia ha spostato le frequenze di Rainews24 anche nelle Regioni già digitalizzate. Ma non basta. Anche sul canale 506 del satellite, bouquet Sky, Rainews24 non c’è più.
I giornalisti si sono autoconvocati per le 12 di questa mattina nella sede Rai di Saxa Rubra.
E’ un tentativo evidente di censurare una rete all news scomoda per il Governo. E’ scomparsa anche dalla homepage del portale rai.tv dove fino a ieri compariva subito ed era facilmente cliccabile.
Potete continuare a seguire la diretta via web cliccando qui http://www.rainews24.it/it/canale-tv.php
La direzione generale della Rai non ha ancora dato spiegazioni su quanto accaduto.
Lo switch over del digitale terrestre è stata l’occasione per ‘cancellare’ RaiNews24 dalle frequenze che occupava abitualmente, per inserire al suo posto un improbabile ‘Rai Sport 2’ (che già Rai Sport 1 evidentemente non bastava, dato l’alto interesse e il prestigio degli eventi trasmessi).
La TV all news della RAI è stata spostata in coda alla lista dei canali sia nel digitale terrestre sia sul satellite, e questo senza nessun tipo di preavviso. Praticamente, comporta anche non avere un canale fisso, perché a seconda del decoder potrebbe trovarsi sull’800, sull’850 o addirittura sul 998. Chiaro che, con tutte le posizioni ancora libere, questa mossa ha logisticamente e commercialmente i contorni dell’assurdo.
“Ci scusiamo con gli utenti. Faremo di tutto per comprendere le ragioni di questo oscuramento e di porvi rimedio” – ha affermato il direttore Corradino Mineo. Rainews informa, inoltre, che da oggi il Canale non si chiama più Rainews24 ma solo Rainews e che, per omologare l’intera offerta aziendale, la Direzione Generale ha deciso di spostare il logo in alto a destra dello schermo. Il logo, purtroppo, risulta poco leggibile, mentre la nuova grafica impedisce, per il momento, di mandare in onda i flash, strumento indispensabile per una all news. Anche di questo ci scusiamo con gli utenti”.
Potete dire la vostra sul loro blog cliccando qui.
Facebook censura GAY.tv
16/12/2009 alle 21:58 | Pubblicato su media, politica | Lascia un commentoTag: berlusconi censura facebook, facebook censura berlusconi, facebook censura gay.tv, facebook censura maroni, gay.tv censurata su facebook, gaytv censura facebook
GAY.tv non ha mai amato l’attuale Governo, e non ha mai nascosto di non condividere molti aspetti della condotta politica ed etica del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In questi ultimi mesi, in modo particolare, GAY.tv si è posta in maniera critica nei confronti di una maggioranza che si è, a nostro parere, resa partecipe di un clima di omofobia, discriminazione e violenza contro la comunità lgbt, a livello legislativo e sociale. GAY.tv ha criticato e non mancherà di criticare in futuro le azioni della classe politica che mettono in pericolo la laicità dello Stato, nonché il diritto al riconoscimento di pari dignità e tutela a tutti i cittadini, a prescindere dal loro orientamento sessuale.
La posizione di GAY.tv rispetto al governo Berlusconi è sempre stata trasparente, ma soprattutto è sempre rimasta chiaramente ascritta all’interno di quella imprescindibile linea di confine che distingue la critica dissidente dalla violenza e dall’odio.
Tuttavia, nel clima febbrile che ha contraddistinto i giorni seguenti all’aggressione al Presidente del Consiglio questa fondamentale differenza è venuta meno. Il dibattito politico e mediatico ha sottolineato l’emergenza di eliminare i gruppi nati su Facebook a sostegno di Massimo Tartaglia, per arginare la deriva d’odio legata al suo gesto inqualificabile. A fare le spese di tutto ciò è stata anche GAY.tv, la cui fan page su Facebook è stata oscurata dal social network, unitamente ai profili PERSONALI degli amministratori, 4 membri su 5 della redazione. La sensazione è quella che si sia instaurato un pesante clima di reazione; tale reazione sembra tradursi nell‘azione di una task force di persone che in queste ore si sono occupate di segnalare come “abuso” alcuni gruppi, pagine e profili giudicati potenzialmente critici, compresi quelli (come la fan page di GAY.tv) che avevano decisamente condannato un gesto da cui non ci sentiamo nemmeno di prendere le distanze, tanto giudichiamo deprecabile, incivile e non democratico (nonché compiuto da uno psicolabile).
Sembra tuttavia che Facebook abbia preso atto, come da prassi, di queste presunte segnalazioni di abuso. Il risultato è l’oscuramento della pagina GAY.tv e dei profili degli amministratori. Lungi da noi insinuare l’esistenza di un “complotto” di Facebook volto specificatamente a colpire GAY.tv. Non esistendo alcuna motivazione specifica per bloccare la visibilità di GAY.tv sul social network (ribadiamo che non è stato espresso alcun sostegno a Massimo Tartaglia), la rimozione della nostra pagina e dei nostri profili non può che configurarsi in una definizione: censura preventiva. E tale censura è praticata facendo di tutta l’erba un fascio, accomunando GAY.tv ai gruppi Facebook inneggianti alla violenza, mettendo sullo stesso piano l’informazione critica e i fan invasati dall’odio.
GAY.tv ha sempre fatto sentire la sua voce per criticare quello che non condivide di un Governo e di un Premier. E continuerà a farlo.Da oggi sappiamo che Facebook non è dalla parte della libera stampa.
GAY.tv rivolge un appello ai suoi utenti ancora in possesso di un profilo su Facebook: chiunque se la sentisse (ovviamente a suo rischio e pericolo) è invitato a postare sul suo wall e a far circolare sul network questo articolo. Facciamo in modo che la nostra voce non venga messa a tacere dalla censura.
articolo da GAY.TV
Stop alla banda larga per tutti, nessun guadagno per Berlusconi
05/11/2009 alle 15:42 | Pubblicato su media, politica | 2 commentiTag: banda larga letta non ci sono i fondi, banda larga no di berlusconi, berlusconi stop banda larga, digitalizzazione pa, internet pubblica amministrazione, internet ritardo italia, stop alla banda larga, stop digital divide, stop internet
L’equazione è semplice: non guadagno con internet, non investo su internet. Ieri Gianni Letta sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha definitivamente spezzato le ali a quanti, invece, immaginavano di poter dare un servizio internet a banda larga a tutti i cittadini dalle Alpi alla Sicilia. I soldi servono per altre cose più urgenti e quando si uscirà dalla crisi si penserà ad internet. Il piano che Paolo Romani, viceministro delle attività produttive con delega alle comunicazioni, aveva presentato all’inizio di questa legislatura prevedeva di portare la banda larga da 20 Megabit al 96% della popolazione entro il 2012, e almeno i 2 Megabit alla parte restante. Un piano di investimento previsto di 800 milioni di euro fermi al Cipe da quasi un anno, ma mai sbloccati. Ieri la conferma definitiva che quei soldi servono ad altro, non di certo per l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di una informatizzazione del Paese che, altrove, corre su internet velocissima. E pensare che il Ministro Brunetta voleva digitalizzare tutta la pubblica amministrazione, dare la possibilità ai cittadini di risparmiare tempo e denaro richiedendo i certificati anagrafici direttamente on-line! Si è riempito per mesi la bocca con la necessità di eliminare il “digital divide”, la “pec” negli uffici pubblici e i risparmi necessari da fare attraverso internet.
La doppia faccia del Governo e il perenne conflitto d’interessi in cui sguazza Berlusconi si manifestano in tutta la loro evidenza.
Mediaset ha interessi prevalenti e strategici con internet? No! Allora perchè finanziare la diffusione sempre migliore e capillare dell’accesso a internet in Italia? Alla luce anche di cosa vuol dire la diffusione di internet per l’informazione libera e la fruizione trasparente delle notizie che spariscono dalla televisione, ma per quale motivo Berlusconi dovrebbe rendere più veloce l’accesso ad internet agli italiani?
Si parla da mesi che per uscire dalla crisi economica è necessario e strategico migliore le infrastrutture tecnologiche ed informatiche del Paese, lo fanno gli altri Paesi dell’UE, lo fanno gli Stati Uniti con Obama, lo fa il mondo Occidentale tutto. L’Unione Europea ha stimato che la banda larga porterà un milione di posti di lavoro fino al 2015 e una crescita dell’economia europea di 850 miliardi di euro. Le stime, inoltre, mettono nero su bianco che nel 2011 gli utenti della rete supereranno quelli della televisione.
In Italia invece non si investe su internet e nè sull’alfabetizzazione informatica della popolazione, perchè è a tutto svantaggio politico ed economico di Berlusconi. E’ così evidente e scandalosamente vergognoso.
Voglio solo ricordare che per incentivare la diffusione del digitale terrestre il Governo Berlusconi nella finanziaria del 2003 stanziò 110 milioni, assicurando così uno sconto di 150 euro per ogni acquisto. Nel 2004 lo sconto si ridusse a 70 euro e vennerò stanziati altri 110 milioni. Mentre il governo Berlusconi finanziava il digitale terrestre, Mediaset lanciava i suoi canali “Premium” che offrono (a pagamento) le partite, i film e il teatro. Per comprare questi eventi serviva proprio il decoder per il digitale terrestre.
Se ci pensate è uno scenario straziante e drammaticamente avvilente.
I cerchi nel grano di Google
15/09/2009 alle 06:24 | Pubblicato su cronaca, media | Lascia un commentoTag: cerchi nel grano google, crop circles google
Il celebre motore di ricerca celebra i “crop circles”, infatti oggi in tutto il mondo sulla homepage di Google l’immagine principale simboleggia i noti “cerchi nel grano” che un pò in tutto il mondo appaiono inspiegabilmente da un pò di anni a questa parte. Anche Google prepara il mondo alla grande rivelazione, che da qui a pochi anni il paesi del G8 faranno sull’esistenza di altre civilità evolute provenienti da altri pianeti dell’universo.
Influenza A H1n1: non riaprire le scuole a settembre
30/08/2009 alle 14:33 | Pubblicato su cronaca, economia, media, natura, politica, società | 1 commentoTag: chiusura scuole influenza a h1n1, giuseppe mele, giuseppe mele pediatra chiusura scuole per influenza a, influenza a, influenza a h1n1, inlfuenza suina, pediatri chiedono di non riaprire le scuole, rischio pandemia italia influenza a h1n1
Parla il prof. Giuseppe Mele presidente della Federazione medici pediatri italiani, sulla necessità di tenere le scuole chiuse, per evitare il più possibile la rapida diffusione dell’influenza A.
Videocracy il regime dice NO: censura Raiset
27/08/2009 alle 20:14 | Pubblicato su cronaca, media, politica | 1 commentoTag: censura rai videocrazy, censura raiset, rai censura procacci, videocracy, videocrazi erik gandini censura
La Rai ha rifiutato la messa in onda sulle sue reti del trailer di Videocracy, che racconta la nascita e l’evoluzione delle televisioni di proprietà dell’attuale premier Silvio Berlusconi. Il film di Erik Gandini sarà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia alla Settimana della Critica e uscirà nelle sale a settembre. Domenico Procacci della Fandango, distributore della pellicola, ha reso noto che uno dei motivi del divieto è l'”inequivocabile messaggio politico di critica al governo”. Per Procacci, “Ci sono stati film assai più duri nei confronti di Berlusconi come Viva Zapatero o Il Caimano [trailer, film focus], che però hanno avuto i loro spot sulle reti Rai. Mi pare chiaro che in Rai Videocracy è visto come un attacco a Berlusconi. In realtà è il racconto di come il nostro paese sia cambiato in questi ultimi trent’anni e del ruolo delle tv commerciali nel cambiamento. Quello che Nanni Moretti definisce “la creazione di un sistema di disvalori”.
Rifiuto anche da parte di Mediaset. “Ci hanno detto – spiega Procacci – che secondo loro film e trailer sono un attacco al sistema della tv commerciale, quindi non ritenevano opportuno mandarlo in onda proprio sulle reti Mediaset”.
Berlusconi attacca il TG3: vietato contestare il Governo!
07/08/2009 alle 23:21 | Pubblicato su cronaca, media, politica | Lascia un commentoTag: berlusconi attacca il tg3, berlusconi attacca la rai, berlusconi contro il tg3, berlusconi tg3, berlusconi tg3 vietato contestare il governo
…i quattro titoli che non gli sono piaciuti
La Santanché fa passare per una puttana Veronica Lario
31/05/2009 alle 12:37 | Pubblicato su costume, cronaca, media, politica | 8 commentiTag: alberto orlandi sicurezza veronica lario, santanché lario ha un altro uomo, santanché veronica lario, veronica lario alberto orlandi, veronica lario ha un altro uomo
Un attacco simile così tremendo e volgare da una donna verso un’altra donna, non poteva che capitare attraverso l’accusa più classica del clichè di italica memoria sul perchè un matrimonio può finire e sulle colpe che spesso si attribuiscono sempre alla parte femminile.
Daniela Santanché leader del Movimento per l’Italia, formazione che potrebbe entrare nel Pdl, ha rilasciato un’intervista esclusiva al giornale diretto da Vittorio Feltri “Libero” in edicola oggi in cui spiega: “Non è Berlusconi che ha sfasciato la famiglia, è la moglie che da anni ha una storia con un altro uomo”.
In tv e sul satellite i Tg per il momento si sono ben visti dal dire il nome e cognome del presunto uomo “segreto” della Lario, che però il quotidiano Libero riporta: Alberto Orlandi, 47 anni, capo del servizio di sicurezza di Villa Macherio.
La Santanché che è entrata alla Camera dei Deputati nel 2001 solo perchè una sua collega di partito si era dimessa, è passata l’anno scorso da An a La Destra di Storace per diventarne il portavoce nazionale. Trombata alle elezioni ha deciso di tornare ad allisciare il pelo a Berlusconi, speranzosa prima o poi di poter tornare alla sua corte.
Oggi concede questo strepitoso assist a Berlusconi e lo fa nella maniera più volgare e viscida possibile. Sì perchè quando finisce un matrimonio ed è la moglie a chiudere il rapporto chiedendo il divorzio, nella più becera tradizione maschilista che pervade la cultura di gran parte del Paese la donna, inevitabilmente, viene accusata con simili espedienti per denigrarla e distruggerne la credibilità: “ha un altro uomo quindi la colpa è sua”. Viene da se il commento – tout court- che tutti faranno domani nei bar e negli uffici di mezza Italia: “sono tutte uguali, che puttana”!
Grandiosa la Santanché! Di sicuro diventerà Ministro pure lei!